Articolo sul video di Alex Jones L'inganno di Obama e sul video Islanda, la rivoluzione silenziosa
Chi legge da tempo Una vita fantastica sa bene che mi interesso a molti argomenti: legge di attrazione, spiritualità, benessere, complottismo...
L'articolo di oggi riguarda proprio tale tematica, e su un doppio fronte: il video L'inganno di Obama, di Alex Jones, e il video Islanda, la rivoluzione silenziosa.
Entrambi sono utili a farci comprendere qualcosa in più del mondo in cui viviamo, allargando le nostre prospettive mentali, che poi è l'unico modo "sano" di concepire il cospirazionismo, tematica che può facilmente condurre a sentimenti negativi come rabbia o paura.
Nel primo video si analizza la figura di Obama, salito alla poltrona di presidente degli Stati Uniti con la nomea di salvatore della patria ma distintosi soprattutto per aver disilluso il suo programma elettorale... oltre che per una serie di amicizie e parentele con lobby, logge massoniche, banchieri, case farmaceutiche e gruppi di potere in generale piuttosto sconfortante.
Su questo tema, peraltro, ho in lista lettura il libro dell'italiana Enrica Perucchietti: L'altra faccia di Obama.
Quanto al secondo video, si tratta probabilmente dell'evento socio-politico-democratico-culturale più importante degli ultimi secoli... che ci è stato completamente taciuto dai mezzi di comunicazione come televisione e giornali, ovviamente controllati dai gruppi di potere dominante, perchè esempio molto pericoloso per l'elite mondiale,che non vorrebbe certamente vederlo ripetuto anche in Grecia, Irlanda, Portogallo, Italia, Stati Uniti, etc.
In sintesi, gli islandesi hanno rifiutato una manovra politico-economica che avrebbe dovuto sanare un debito considerato pubblico tassando peggiorando pesantemente la situazione economica della popolazione, e hanno mandato a casa, in taluni casi arrestandoli persino, politici e banchieri, sfidando il Fondo Monetario Internazionale, le banche inglesi e olandesi, e l'Unione Europea in generale, da cui venivano minacce di sanzioni economiche e politiche.
Peraltro, non è la prima volta nel mondo che un certo paese si ribella all'idea del debito pubblico "socializzato" (ma causato da altri, politici o banche che siano).
Buona visione.
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