mercoledì 5 gennaio 2011

Missione benessere: Leonardo Di Paola ci parla del wellness coaching...

Era da un paio di settimane che non proponevo un file audio di miglioramento personale (gli ultimi erano stati Legge dell'attrazione e la fisica quantistica di Daniele Penna e Il risveglio della sessualità nella nuova era di Simone Focacci); con quello di oggi dunque torno a proporvi uno spunto utile, magari da ascoltare in macchina ottimizzando così il tempo del trasporto (o, perchè no, in mp3 mentre si corre!).

Il candidato è tratto ancora una volta da Ifeelgood.it (portale che ho citato per la prima volta per il brillante progetto di Zen to done), e vede gli stessi autori del portale di sviluppo personale come protagonisti: Leonardo Di Paola è l'intervistato e Viviana Taccione è l'intervistatrice (anche se è chiaro che è un'intervista per modo di dire), col file che porta il nome di Welness coaching, missione benessere.

Nel corso della conversazione, Leonardo Di Paola esplica quelli che secondo lui sono i principi del wellness coach, partendo dall'apertura mentale, visto che il coach deve avere quante più frecce al proprio arco per massimizzare le possibilità di portare beneficio alla singola persona.

Ancora: lo stesso coach deve portare avanti un discorso di crescita personale, altrimenti potrà far crescere chi si rivolge a lui solo fino a un certo punto. Il crescere assieme, inoltre, crea un gruppo solido di menti orientate allo stesso benefico orizzonte (è un po' il principio di Napoleon Hill).

Altro spunto: siamo tutti potenziali trainer, visto che anche il solo far domande ci porta in una direzione piuttosto che in un'altra, da cui l'importanza sia delle domande, sia delle relazioni interpersonali.

Leonardo Di Paola parla doi del cosiddetto egoismo illuminato, quello per cui si vuol bene e si rispetta sia se stessi sia gli altri, e non una delle posizione più della seconda.

L'ultimo spunto proposto è notevole: Di Paola suggerisce che ciascuna persona che noi incontriamo ha un potenziale molto più alto di quello che vediamo al momento... e che magari proprio noi potremmo aiutare a dispiegare...

La conclusione della conversazione verte sul Weco Club, il progetto di Viviana Taccione e Leonardo Di Paola dedicato al miglioramento personale e collettivo, inteso coma una sorta di università del benessere e della crescita personale.

Conversazione interessante, anche se a tratti un po' troppo promozionale.

Fonte: http://pnlapprendimentosviluppopersonale.blogspot.com/2011/01/wellness-coaching-missione-benessere.html

Nel paese delle creature selvagge: un film attesissimo!

Quest'oggi mi dedico a un film che era veramente molto atteso negli Stati Uniti e nei paesi anglosassoni in generale, in quanto conversione cinematografica di un libro per l'infanzia assai conosciuto e letto.

Un libro di illustrazioni, per la precisione, ossia Where the wild things are di Max Sendack: il film è stato diretto nel 2009 da Spike Jonze e porta il fedele titolo di Nel paese delle creature selvagge.

Per chi non lo ricordasse, Spike Jonze è stato il regista del surreale e geniale Essere John Malkovich, ed è considerato uno dei registi più brillanti di Holllywood.

Egli era chiamato a un compito non facile per Nel paese delle creature selvagge, considerata la fama del libro originale (che non ho mai letto, per cui non sarò influenzato da esso nella recensione del film).

Nel paese delle creature selvagge si distingue da subito per un forte senso di malinconia, che pervade il suo protagonista principale, un bambino introverso e sensibile, e il suo ambiente familiare (la madre single).

Il film, piuttosto lento e noioso, sembra cambiare passo dopo un quarto d'ora, col passaggio alla dimensione immaginifica (che si presume sia solo immaginifica, anche se il tutto non è spiegato), ma in sostanza il cambio di passo tanto atteso non ci sarà mai, col film che, più che rappresentare qualcosa diprofondo, pare essere un'accozzaglia di situazioni slegate tra di loro e veramente poco appassionanti.

Personaggi poco caratterizzati e dialoghi sterili fanno il resto, col film che si distingue solo per la buona fotografia.

Forse la colpa del deludente risultato finale (deludente, ho constatato poi, non solo per me ma anche per i molti fan del libro) è dovuta al compromesso tra i desideri del regista e quelli della produzione, ma sta di fatto che il tutto assume i contorni di un'occasione sprecata.

Insomma, il mio consiglio è di guardarvi Nel paese delle creature selvagge solo in assenza di alternative migliori, o solo se volete confrontare il libro col film di Spike Jonze.


Fonte: http://foscodelnero.blogspot.com/2011/01/nel-paese-delle-creature-selvagge-spike.html