Recensione del romanzo di Orson Scott Card Il profeta dalla pelle rossa
Il profeta dalla pelle rossa è il seguito de Il settimo figlio, libro con cui Orson Scott Card ha aperto il ciclo di Alvin il Costruttore (o Alvin l'Apprendista).
Si tratta di un ciclo letterario sui generis rispetto alla tipica produzione di Card, che, pur oscillando tra fantasy e fantascienza, di solito ambienta i suoi romanzi in mondi e società completamente inventate.
Stavolta, invece, siamo di fronte a un caso di ucronia, sarebbe a dire di storia alternativa: Il settimo figlio, così come poi Il profeta dalla pelle rossa, sono difatti ambientati negli Stati Uniti di un paio di secoli fa, ma non negli Stati Uniti come li abbiamo conosciuti noi, ma come sarebbe stato secondo un'evoluzione storica alternativa... con tanto di magia e talenti particolari, fatto che, pur se ambientato in un contesto storicizzato, rende il ciclo di Alvin il Costruttore una saga fantasy.
Se nel primo romanzo eravamo di fronte al piccolo Alvin e ai problemi della sua famiglia, con questo secondo libro siamo viceversa alle prese con gli scontri tra l'uomo bianco e l'uomo rosso, nonchè tra gli americani e i francesi (i quali hanno inviato sul posto niente meno che Napoleone!).
Ecco che, oltre al giovanissimo Alvin, sono protagonisti della storia anche i due pellerossa Ta-Kumsaw e Lolla-Wossiky.
Si cambia così ambientazione e anche genere, in pieno stile Card, scrittore sempre pronto a riservarci delle sorprese.
Personalmente, ho preferito Il settimo figlio a questo Il profeta dalla pelle rossa, ma magari è anche un gusto personale legato alla mia passione per gli "episodi uno" (tra gli altri casi similari mi vengono in mente Ender ed Harry Potter); rimane il fatto che chiunque abbia apprezzato O. S. Card in uno dei suoi numerosi libri, lo apprezzerà probabilmente anche in questa saga.