Recensione del libro di Gustave Flaubert Madame Bovary
Madame Bovary è certamente uno dei libri più gettonati tra le letture scolastiche, liceali soprattutto, tanto da rappresentare il periodo letterario del realismo-naturalismo.
In questo senso la storia di Madame Bovary ha dato a Gustave Flaubert (di cui tempo fa ho recensito anche Novembre) una fama imperitura.
Scritto nel 1856, ossia al culmine del periodo scientista.razionalista (che tuttavia anche in ambito letterario stava per cedere il passo al romanticismo), Madame Bovary rappresenta perfettamente il precedente secolo illuminista, con la sua critica per l'emotività, la borghesia, la religione.
Ecco in breve la sua trama per coloro che non l'avessero mai letto o sentito: Emma, donna giovane e piacente, sposa Charles Bovary, ufficiale sanitario di mediocre talento, ma abbastanza agiato.
Il suo desiderio per la varietàù e il divertimento, tra spese eccessive e amanti, la porterà però ad imboccare una spirale discendente, con esiti decisamente drammatici. In questo senso, l'istinto e l'emotività di Emma sono il bersaglio dello scrittore, che al contrario elogia il viver quieto e tranquillo.
I fatti di Madame Bovary peraltro sono tratti da un caso reale del tempo, quello di Delphine Delamare.
Tornando a Gustave Flaubert, il suo merito è stato quello di raccontare con schiettezza, oltre ai fatti, anche i pensieri e i sentimenti intimi di Emma Bovary, cosa che tra le altre cose gli è valsa anche il processo per oltraggio alla morale.
Personalmente, mi è sempre piaciuto Madame Bovary, ma, come sempre, e questo vale anche per i classici (cito per esempi i nostri Verga, Pirandello, D’Annunzio), il gusto individuale fa la differenza. A voi leggerlo o rileggerlo qualora corrisponda ai vostri.