Recensione del film di Woody Allen Basta che funzioni
Dirò la verità: ho iniziato a vedere Basta che funzioni senza sapere che si trattava di un film di Woody Allen, semplicemente perchè l'avevo trovato in una classifica di film su internet (ogni tanto mi faccio qualche sorpresa). Tuttavia, non c'è voluto molto perchè riconoscessi il tocco del maestro... e mi riferisco al maestro vechcio stile, quello stile ironico e divertito che ha reso Woody Allen famoso e apprezzato.
Ma che, a mio avviso, con i suoi ultimi lavori (parlo di Sogni e delitti, Match point, Vicky Cristina Barcelona), aveva un po' disatteso le attese, proponendo film certamente di buona fattura, ma assai lontani dalle produzioni amate dai suoi fan.
Basta che funzioni, per l'appunto, sembra una di queste vecchie produzioni, e il perchè è presto detto: Woody Allen ha scritto la sceneggiatura negli anni 70, ma poi non l'aveva mai messo su schermo, facendolo solo di recente.
Ecco in sintesi la trama di Basta che funzioni: Boris Yellnikoff (Larry David) è un vecchio ex professore misogino, che ce l'ha praticamente con tutte le donne, e in particolare con quelle un po' tonte e sempliciotte... proprio come Melody St. Ann Celestine (Evan Rachel Wood), ragazzotta di paese appena arrivata a New York e finita proprio nei pressi di Boris.
I due, in qualche modo, cominceranno un bizzarro rapporto, che porterà ad evoluzioni imprevedibili...
Basta che funzioni sembra davvero un vecchio film di Woody Allen, di quelli a metà strada tra ironia e commedia sentimentale (in tal senso ricorda un po' lo storico Manhattan, ma anche La dea dell’amore, e così sto citando due dei miei tre preferiti... l'altro è Amore e guerra).
Gli ingredienti del film sono questi: un personaggio centrale interessante e vivace, dei personaggi di contorni ben caratterizzati, dei dialoghi ficcantissimi e tanta ironia.
No c'è molta azione, ok, e nemmeno un grandissimo tenore estetico, ma la sostanza c'è, e il film si merita dunque un bel voto.