Recensione del film di Woody Allen Harry a pezzi
Harry a pezzi è l'ennesimo film di Woody Allen che recensisco sul sito: il sedicesimo film in totale, e segue le recenti recensioni di Io e Annie e Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni.
Woody Allen è di gran lunga il regista più rappresentato su Cinema e film, seguito, ma a lunga distanza, da Terry Gilliam, Hayao Miyazaki e David Cronenberg.
La data di Harry a pezzi è il 1997, ossia il periodo di mezzo di Woody Allen, a metà strada tra quello vecchia maniera, tutto ironia e motteggi, e quello più recente, più introspettivo e psicologico.
Harry a pezzi riflette tale fattore mediano, risultando certamente ironico e divertente, ma offrendo anche spunti di riflessione, ed essendo anzi un lungo spunto di riflessione, dato che il personaggi centrale, Harry Block, decisamente autobiografico, vive un periodo di introspezione emotiva e interpersonale, che lo porta a riflettere, e con lui i suoi spettatori, sulle relazioni umane e le cose che contano nella vita.
Woody Allen, peraltro, è accompagnato in questo film da un cast molto ricco: tra prime parti e parti secondarie abbiamo difatti Billy Crystal, Kirstie Alley, Demi Moore, Robin Williams, Paul Giamatti, Tobey Maguire, Jennifer Garner.
Il film tra le altre cose ha una forte valenza grottesca, fatta di discese negli inferi, persone fuori fuoco, etc.
Complessivamente Harry a pezzi è un discreto film, originale e divertente, anche se a tratti si perde tra i numerosi salti temporali e i numerosi personaggi. Discreto, dunque, ma ben lontano dai capolavori di Woody Allen, ossia Manhattan, Amore e guerra, La dea dell’amore...