Recensione del film di Quentin Tarantino Bastardi senza gloria
Bastardi senza gloria è l'ultimo film di Quentin Tarantino, un regista che non mi dispiace e che anzi ho avuto modo di apprezzare in passato, anche se, a conti fatti, su Cinema e film finora è passato solo un suo film, sarebbe a dire Le iene (oltre che un altro film cui Tarantino ha collaborato pur non dirigendolo lui, ossia Sin City).
Bastardi senza gloria, peraltro, ha un'ambientazione che pare prestarsi molto allo stile truculento e sanguinolento del regista americano, visto che è calato nella Francia occupata dai Nazisti, in piena seconda guerra mondiale.
Curiosamente, però, proprio in questo film Tarantino non eccede, anche se, occorre dire, si "sfoga" parecchio nella scena finale, l'attentato a Hitler. O meglio, il doppio attentato a Hitler, dal momento che, per lo stesso luogo e lo stesso momento, due diverse persone organizzano un attentato ai danni dei vertici nazisti: uno è Aldo Raine (Brad Pitt; The snatch e L'esercito delle dodici scimmie), l'altra è Shosanna Dreyfus (Mélanie Laurent, Il concerto).
Bastardi senza gloria oscilla tra dramma e commedia, anche se, data la presenza di Quentin Tarantino dietro la macchina da presa, la seconda ha il sopravvento, generando, come spesso accade con lui, una sorta di atmosfera surreale in cui è difficile prendere sul serio la violenza che si vede.
Il film, che costituisce una decisa rivisitazione storica, corre vivace e piacevole, ironico e coinvolgente, fino al suo finale, ironico anch'esso.
Buon successo di pubblico per un buon film.