Sulle prime, ho sperato che mi fosse un po' indigesto solo l'incipit, cosa peraltro capitatami in casi di romanzi poi piaciutimi parecchio (penso per esempio a Domani le stelle di O.S. Card), tuttavia il senso di noia è durato per tutte le 600 pagine del romanzo, e certamente non mi si può accusare di essere stato poco paziente...
I motivi di tale mi scarso interesse?
Forse la mole imponente di nomi di persone, luoghi, fatti, razze, popoli, etc, ha interrotto talmente spesso la narrazione, costringendomi ogni santa volta a consultare l'appendice di fine volume, magari a volte inutilmente, ha fatto la sua parte.
E forse anche i continui salti spaziali e temporali, i quali, uniti alla confusione suddetta, hanno contribuito in modo rilevante.
Non credo invece che a coinvolgermi poco sia stata la trama fitta, visto che altri scrittori tendono a una grand concettosità, fatto che peraltro mi piace di solito; per rimanere nel genere fantasy, mi viene in mente G. Martin.
Ma forse è normale così: ad alcuni lettori piacciono Tolkien, Feist, Ende, Howard, Haggard, mentre ad altri Salvatore, Brooks, Donaldson, Paolini, la Rowling, etc.
Evidentemente, per riprendere i primi due nomi citati in articolo, a me piace Martin, mentre digerisco a fatica Erikson.
A ognuno il suo.
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