Ora, dopo l'ennesima visione (la sesta, settima?) di questo film a metà tra fantascienza e commedia, tale lacuna è stata finalmente colmata.
Man in black è stato diretto da Barry Sonnenfeld nell'ormai lontano 1997; il regista peraltro aveva esordito alla macchina da presa qualche anno prima con un altro film a metà tra commedia, fantastico e grottesco, ossia La famiglia addams, altro film senza dubbio meritevole, pur nel suo genere particolare.
Ma veniamo a Man in black: gli attori protagonisti sono Will Smith (Io sono Leggenda, Hitch, Il principe di Bel-Air), Tommy Lee Jones (Il fuggitivo, JFK - Un caso ancora aperto) e Linda Fiorentino (Dogma).
Ed ecco la trama in sintesi: negli Usa esiste un'agenzia governativa supersegreta chiamata MIB, ossia "man in black". Il suo compito è quello di controllare i movimenti degli alieni, regolamentandoli e sbrogliando eventuali problemi.
Come per esempio quello generato da un alieno insettoide che, volendosi appropriare della "galassia", mette a repentaglio l'intera Terra, in un gioco di azione e mosse diplomatiche.
All'agente J e all'agente K il compito di risolvere la spinosa situazione.
Il film a mio avviso è irresistibile: la trama è originale e vivace, i personaggi principali caratterizzati in modo eccellente, effetti speciali e colonna sonora sono all'altezza, e il ritmo rimane coinvolgente dall'inizio alla fine, uno di quei rari casi in cui un film arriva a compimento e non ti sei neanche accorto che è passata un'ora e mezza.
Inoltre, Man in black contiene due messaggi di fondo molto importanti, che lo impreziosiscono anche dal punto di vista concettuale:
- il razzismo è stupido, e le diversità vanno accettate,
- spesso c'è molto più di quanto noi non crediamo di vedere, e tutto dipende dal nostor punto di vista.
Insomma, Man in black è un film divertente e profondo, che merita certamente di stare in ogni collezione di dvd, soprattutto in quelle degli appassionati di cinema fantastico.
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