Recensione del romanzo Abarat di Clive Barker
Abarat è il libro inaugurale del ciclo che porta proprio il suo nome, inaugurato da Clive Burker nel 2002.
Si tratta di un romanzo di genere fantastico, e precisamente di un fantasy dall'aria un po' gotica.
Non a caso, Clive Burker è anche un regista e sceneggiatore di film horror (ad esempio Candyman, Hellraiser), impronta che traspare con chiarezza anche in Abarat.
Abarat parte dal nostro mondo, per finire ben presto però in un mondo ben più bizzarro, Abarat appunto, composto da una serie di isole circondate dal Mar d'Izabella e ognuna avente determinate peculiarità.
La protagonista della storia è Candy Quackenbush, una ragazzina che nel nostro mondo (che ad Abarat chiamano Altromondo) è una giovane un po' disadattata e decisamente poco felice, e che invece si troverà a suo agio nella sua avventura, benchè pericolosa.
Pericolosa, ma soprattutto fantasiosa e vivace, posto che spunti e personaggi bislacchi non mancano di certo.
In effetti, il principale pregio del romanzo è proprio tale visionarietà di fondo, notevole specialmente a livello di impatto visivo.
Abarat risulta invece un po' carente nei dialoghi e nella caratterizzazione dei personaggi, ambo le cose spesso banali e piatte.
Globalmente parlando, Abarat di Clive Barker è un romanzo che si merita la sufficienza, anche se i suoi difetti gli impediscono una valutazione più alta.
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