O meglio, della metà del primo romanzo, visto che la Mondadori, nella sua infinita saggezza, ha deciso di dividere il libro originario in dueparti.
Ovviamente la prima terminava in modo monco, e altrettanto ovviamente coloro a cui è piaciuta hanno dovuto poi comprarsi anche il resto del romanzo, sarebbe a dire Il grande inverno, oggetto della recensione odierna.
Sto apprezzando molto Martin, e anzi, ad essere onesto, era da quando lessi i vari i Howard, Tolkien, Feist, Ende e altri che non mi trovavo di fronte a uno scrittore fantasy di così buona qualità (al contrario, i vari Erikson, Lewis, Salvatore e Donaldson mi sono piaciuti di meno).
Non è un caso dunque che Martin abbia moltissimi fan...
Quanto al genere di fantasy (eitchetta dietro cui si nasconde tutto e il contrario di tutto), Martin non sta nel dal lato fiabesco di Tolkien o di Ende, ma nemmeno da quello epico-magico-sanguinolento diHoward o di Eddison.
Il suo focus, difatti, è di tipo diplomatico-relazionale-strategico.
Anzi, ad dirla tutta nella prima parte del romanzo non vi era alcun elemento fantastico, mentre ne Il grande inverno inizia a vedersi qualcosa...
Altra caratteristica di Martin: non c'è un solo protagonista, ma vi sono tanti personaggi importanti, ognuno a suo modo "tifabile"... anche se c'è sempre il rischio di vederlo morire un paio di pagine più avanti, visto che i suoi romanzi sono piuttosto cinici e niente affatto scontati...
Ad ogni modo, per me Martin è un grande scrittore, e diventa irrinunciabile per gli appassionati del genere fantasy-epico.
Nessun commento:
Posta un commento