mercoledì 19 ottobre 2011

Io scelgo, io voglio, io sono: ottimo libro di miglioramento personale di Fabio Marchesi!

Articolo sul libro di Fabio Marchesi Io scelgo, io voglio, io sono



Io scelgo, io voglio, io sono è il libro pubblicato nel 2008 da Fabio Marchesi presso l'editore Tecniche Nuove.

Si tratta di un libro di buon successo, forse perchè assai variegato e multidisciplinare, posto che affronta tematiche come l'esistenza, la fisica quantistica, la legge di attrazione, le convinzioni personali, le affermazioni potenzianti, l'educazione, etc.

Da Io scelgo, io voglio, i sono estrapolo un paio di spunti, e ve li sottopongo per darvi un'idea di come sia il libro, nel caso siate indecisi se acquistarlo.

Peraltro, preciso che lo stesso incipit del libro è decisamente ispirante, così come la conclusione, entrambi sotto la forma di metafora trasformazionale.

Ma sentiamo che dice Fabio Marchesi sulle credenze personale e i punti di vista che si possono avere: “se si vuole iniziare a vivere in modo più felice la propria vita, bisogna iniziare anche a vedere tutto ciò che di felice esiste già nella realtà. La prima cosa su cui si dovrebbe riuscire ad intervenire sono i propri modelli mentali. Cambiando le proprie credenze, anche i propri modelli possono cambiare e allora cambia anche il modo in cui viene percepito il mondo perché la propria percezione sensoriale viene filtrata e riorientata in funzione delle proprie credenze. Chi è incapace di produrre credenze e modelli felici è anche incapace di accorgersi di tutte le opportunità felici che la realtà gli offre e continuerà a vivere nel suo mondo grigio e triste, vedendo solo quello che è grigio e triste in esso.
Ognuno vive una propria realtà individuale in un universo condiviso e in comunione di intenti.
La realtà che ognuno vive è l’effetto del suo modo di credere, interpretare , giudicare e pensare la propria realtà. Solo cambiando il proprio modo di credere, interpretare, giudicare e pensare la realtà, anche la propria realtà può cambiare.”

Detto ciò, che tipo di atteggiamento è bene avere per essere felici e attrarre nella propria esistenza cose altrettanto felici? Ecco qui che dice Fabio Marchesi: "è certamente importante quello che si vive nel presente ma è soprattutto importante come si reagisce a ciò che si vive nel presente, se si è capaci di partecipare attivamente e consapevolmente a ciò che si vivrà in futuro producendo nuove informazioni o se ci si limita a subire passivamente ogni esperienza producendo informazioni caotiche che generano impedimenti e ostacoli. Le esperienze che vivi e vivrai dipendono moltissimo dai contenuti delle informazioni che sono presenti nella tua mente e che sono generate da essa, ma anche da quelle presenti e generate dalla mente di altri e da quelle che sono presenti nella realtà indipendentemente da te. Che tu possa conoscere le altre informazioni è difficile ma anche poco importante perché quello che è determinante relativamente alle tue esperienze è ciò che produci tu nel presente, se riesci a produrre informazioni coerenti, chiare e felici, capaci o meno di entrare con forza in comunione di intenti con la realtà.
(…) Riguardo alle informazioni presenti nella realtà indipendentemente da te, poiché la realtà è un processo evolutivo che si realizza grazie alla comunione di intenti tra le informazioni pure, può spontaneamente produrre solo collassi di funzioni d’onda felici, buoni, amorevoli ed evolutivi (indipendentemente dalla capacità dell’uomo di giudicarli tali). Anche solo smettendo di pensare a qualsiasi cosa brutta o infelice si tende spontaneamente a vivere esperienze belle, felici ed evolutive perché quella la tendenza naturale della realtà e di chiunque viva in essa.
È per questo che è importante che qualunque tuo pensiero o desiderio sia felice. Il tuo solo essere felice ti mette – indipendentemente da cosa stai pensando per esserlo – in potente comunione di intenti con te stesso e la realtà dando ai tuoi pensieri e desideri forza affinché possano, interagendo con tutte le altre informazioni, guidarne l’attuazione.
La trama della realtà è la tela su cui puoi e devi scrive ciò che vuoi vivere perché essa è sempre in ascolto e aspetta da te le informazioni con le quali produrre le esperienze che ti riguardano e che ti coinvolgono.”

Concluso questo articolo di approfondimento su Io scelgo, io voglio, io sono di Fabio Marchesi, vi rimando al prossimo articolo di approfondimento.



Fonte dell'articolo sul libro di Fabio Marchesi Io scelgo, io voglio, io sono

Folle estate: romanzo di Giulio Pinto tra ippica, calcio, polizia e criminalità...

Recensione del libro di Giulio Pinto Folle estate



Folle estate è il romanzo d'esordio di Giulio Pinto, edito nel 2011 dal Gruppo Albatros Il filo

Il libro racconta l'estate di una coppia, Samuele e Silvia, tra passioni, lavoro e le loro conoscenze.

Le principali macroaree della storia sono: la polizia (lui è vicecommissario), l'insegnamento (lei è insegnante), il calcio (lui è appassionatissimo della Juventus), l'ippica (l'hobby-investimento della famiglia di lei).

Anche se poi tali campi principali sono affiancati da molti episodi secondari e marginali, legati soprattuttto a personaggi bizzarri e sui generis...

... e immancabilmente legati a qualcosa di illegale.

In effetti, Folle estate sembra più che altro un campionario di scorrettezze, illegalità e immoralità, tanto che si assiste a: corruzione di commissari d’esame, concorsi statali truccati, spacciatori non arrestati perchè figli di amici, motociclisti che vanno a 150 km all'ora non multati perchè amici, beni artistici nazionali trafugati all'estero, finanzieri corrotti, compiti d'esame fatti dai professori e passati ai propri alunni, estorsioni tra poliziotti e medici, etc.

Insomma, non ne esce un quadro particolarmente edificante, soprattutto perchè accompagnato dalla morale di fondo del libro, per cui c'è sempre qualcosa di più grave (come le stragi di stato), ragion per cui occorre occuparsi dei propri interessi senza farsi troppi problemi.

A ciò si aggiunga che il romanzo è essenzialmente banale, e non avrebbe potuto essere altrimenti a meno che non si sia grandi appassionati di ippica o della Juventus (citata ogni poche righe e per i motivi più insignificanti), e che inoltre è scritto in modo ingenuo.

Non nel senso che sia scritto in cattivo italiano, e anzi la padronanza della lingua è l'unica cosa che si salva in Folle estate, ma nel senso che è scritto da un esordiente, e si vede: uso esagerato dei punti esclamativi, molti errori e/o distrazioni (come mancate maiuscole, refusi di stampa, etc), gestione del tempo veramente scarsa (paragrafi enormi senza nessuna interruzione anche in presenza di netti salti temporali), un narratore onniscente spesso inopportuno.

Anche se a mio avviso il principale difetto del romanzo di Giulio Pinto è il senso dell'umorismo, assolutamente scarso, cosa che si riflette anche nei dialoghi, poco convincenti e ugualmente noiosi, oltre che poco credibili (altra ingenuità tipica degliscrittori esordienti: far arrivare ai lettori le informazioni che si ritengono necessarie attraverso dialoghi insensati perchè rivolti ad interlocutori che si presume le cose le sappiano già o perchè scritti in forma formale-enciclopedica). Molti dialoghi, inoltre, sono pregni di una certa fastidiosa saccenza, che dà l'idea che lo scrittore cerchi di impressionare chi legge con qualche citazione dotta su svariati argomenti: geografia, politica, medicina, zoologia, etimologia, storia, etc.. peraltro, quasi sempre da parte dello stesso personaggio, che a questo punto meriterebbe di essere affiancato alla Treccani.

Insomma, senza farla troppo lunga, e non me ne voglia l'autore, Folle estate di Giulio Pinto è a io avviso un romanzo da evitare, noioso e anzi spesso fastidioso, che potrebbe forse piacere solo agli appassionati di ippica o di illegalità miste.



Fonte della recensione del libro di Giulio Pinto Folle estate