mercoledì 24 agosto 2011

I Malavoglia e Giovanni Verga: non il mio genere letterario preferito...

Recensione del romanzo di Giovanni Verga I Malavoglia



Sul sito sono passati molti autori e di tanti generi, spaziando dal fantasy (ex: Alvin l’apprendista di Orson Scott Card), alla spiritualità (ex: Gli annali dell’Akasha di Daniel Meurois-Givaudan), dalla fantascienza (ex: Il segreto del dr. Hodson di David Case) ai classici (ex: Madame Bovary di Gustave Flaubert).

La recensione di oggi è dedicata proprio a un classico della letteratura, e nello specifico a un classico italiano: I Malavoglia di Giovanni Verga, il romanzo manifesto del verismo italiano, a sua volta parente del naturalismo francese.

La data de I Malavoglia è il 1882, e per l'epoco si è trattato di un testo rivoluzionario, tanto nello stile narrativo quanto nel tema di fondo.

Primo punto: il narratore si estranea dal narrato e lascia campo libero ai suoi personaggi, che si esprimono peraltro nel dialetto locale. Ne deriva una sorta di ritratto di un paesaggio, scevro dai giudizi dello scrittore.

Secondo punto: I Malavoglia è inserito all'interno del Ciclo dei Vinti (vi facevano parte anche Mastro don Gesualdo, La Duchessa di Leyra, L'onorevole Scipioni e L'uomo di lusso, questi ultimi due romanzi però mai scritti), il cui tema di fondo è il fallire dei protagonisti nel cercare di elevare la propria condizione sociale.

Nel caso dei Malavoglia (soprannome della famiglia Toscani), essi hanno cercato di cambiare il loro equilibrio di tranquilla famiglia di pescatori di un paesino siciliano (Aci Trezza), pagando caramente il loro tentativo (e curiosamente la loro barca si chiama Provvidenza, ma in questo caso porta loro decisamente meno bene della provvidenza manzoniana...).

Siamo di fronte a un romanzo importante che però il mio gusto individuale mi porta a non gradire oltremisura, laddove preferisco, sempre in tema di autori italiani, scrittori come Pirandello e Svevo.

Ciò non toglie che riconosco a Giovanni Verga un suo valore...



Fonte della recensione del romanzo di Giovanni Verga I Malavoglia

Come essere sempre felici: ecco i consigli di Paramhansa Yogananda!

Recensione del libro di Paramhansa Yogananda Come essere sempre felici



Nuova recensione dedicata a Paramhansa Yogananda, senza dubbio uno dei miei autori di crescita personale-spiritualità favoriti.

Per la precisione, Come essere sempre felici segue i già recensiti Autobiografia di uno yogi e Come vincere le sfide della vita, tutti editi da Ananda Edizioni, la casa editrice del Centro Ananda, fondato da Swami Kriyananda, il più famoso discepolo dello stesso Yogananda (e di cui ho recensito, tra gli altri, il bellissimo cd Io amo meditare).

In questo nuovo libro (nuovo si fa per dire, visto che è composto di brani scritti da Paramhansa Yogananda tra il 1930 e 1940) il maestro yogi ci parla di come avere successo e felicità nella società di oggi (di ieri, dunque, avantieri persino, ma i suoi discorsi sono comunque attualissimi, e anzi lo sono probabilmente più oggi di decine di anni fa).

I principi cardine di Yogananda sono: la semplicità, la crescita personale, Dio.

Nel libro, tuttavia, pur non troppo lungo, c'è lo spazio per disquisire di molti argomenti, e come sempre la scrittura di Yogananda è essenziale ma efficacissima, veramente limpida ed elegante.

A chi interessasse, anche la confezione editoriale di Come essere sempre felici è ben curata, fatto che, unito ai numerosi spunti, lo rende un libro di buon valore, che certamente merita l'acquisto (e che costa poco, peraltro).

Questa lettura conferma Yogananda come uno dei miei autori preferiti, insieme probabilmente a Neale Donald Walsch ed Esther Hicks.


Fonte della recensione del libro di Paramhansa Yogananda Come essere sempre felici